La stanza di Clio
La stanza di Clio è la stanza del tempo e della memoria. Alle pareti tanti specchi di forme, dimensioni, proporzioni diverse riflettono diversamente dal punto in cui ci si pone la visione di sé, la propria immagine e quella degli altri. Corpi, volti, sessi acquistano così aspetti, colori, pesi e dimensioni differenti a seconda del momento, del luogo, delle condizioni, delle relazioni. La stanza di Clio è il luogo del confine della natura sessuata dell’essere umano, del senso che la sua differenza biologico-naturale, scritta nei corpi, ha assunto a seconda dei tempi, delle circostanze, dei contesti e della cultura che ne hanno, di volta in volta, segnato i limiti e le caratteristiche.
La stanza di Clio è perciò inevitabilmente un luogo di incontro, dello scambio continuo di conoscenze, ipotesi, paradigmi, di epistemi e metodi conoscitivi diversi, il cui spazio spesso si posiziona nello scarto tra rappresentazione e realtà, costituendo quel “margine” che è spesso marginalità (sociale, economica, culturale), e sempre necessita una profonda decodificazione, una scomposizione della sua rappresentazione solo virtualmente unitaria e binaria (la donna/ l’uomo).
Sempre di più e sempre più spesso nella stanza di Clio, infatti, hanno fatto e fanno irruzione gli “altri sessi”, quella variopinta e incerta galassia dei transgender, dei genderqueer a scompaginare le conquiste e gli schemi così faticosamente raggiunti dagli women e dai gender studies, a mischiare gli specchi, a deformarne i riflessi, aprendo nuove porte e chiudendone definitivamente altre, abbattendo le pareti troppo rigide di concetti come “normale” (eterosessuale) e “anormale” (omosessuale, intersessuale), che nel tempo hanno finito per strutturare le minoranze, le eccezioni, gli scarti, la marginalizzazione. E’, infatti, come dice Proust, “la persecuzione che crea la razza”, è l’emarginazione che crea l’emarginato, è la frontiera che crea i confini, è la stanza che crea le pareti.
Bibliografia
Per iniziare:
Foucault M., La Storia della sessualità nei tre volumi: La volontà di sapere (1976, Feltrinelli 1978), L’uso dei piaceri (1984, Feltrinelli 1984), La cura di sé terminato poco prima della morte e poi tradotto e pubblicato dalla Feltrinelli.
Filippini N., Plebani T., Scattigno A., Corpi e Storia. Donne e Uomini dal mondo antico all’età contemporanea, Roma, 2002.
numero XI/1-2, 2012 di “Genesis”, dedicata alle Culture della sessualità, specie i saggi di M. Prearo, Le radici rimosse della queer theory. Una genealogia da ricostruire, pp. 95-114; R. De Nardi, La questione buio medica dell’ipersessualità:l’incorporazione del dimorfismo sessuale, pp. 171-192; S. Garbagnoli, Denaturalizzare il normale. L’interrogazione paradossale degli studi di genere e sessualità, pp. 193-229.
E poi…
Ago R., Ruoli familiari e statuto giuridico, in "Quaderni Storici", n. 8, 1995, pp. 79-101; Id, Oltre la dote: i beni femminili, in A. Groppi (a cura di), Il lavoro delle donne, 1996, pp. 164-182; Id, Universel/particulier : femmes et droits de propriété (Rome, XVII siècle), in “CLIO. Histoire, femmes et sociétés”, n. 7, 1998.
Bourdieu P., Il dominio maschile, Milano, 1998.
Di Cori P., Altre Storie. La critica femminista alla storia, Bologna, 1996.
Fazio I., D. Lombardi ( cura di), Generazioni. Legami di parentela tra passato e presente, Roma, 2006.
Fazio I. (a cura) Genere, politica, storia, Roma 2013.
Geertz C., Interpretazione di culture, Il Mulino, Bologna, 1998.
Goody J., Production and reproduction. A comparative study of the domestic domain, Cambride 1976.
Id., Inheritance, Property, and Woman: some Comparative Considerations, in J. Goody, J. Thirsk, Thompson E.P. (a cura di), Family and Inhertage: Rural Society in Western Europe, Cambridge 1976.
Scott J.W., Gender: A Useful Category of Historical Analysis, in ″The American Historical Review″, vol. 91, n. 5, December 1986, p. 1053-1075. Ora tradotto in Il “genere” un’utile categoria di analisi storica, in P. Di Cori ( a cura di) , Altre Storie.
Tirabassi M., Madamina, il catalogo è questo: le riviste di Women’s History tra storia e politica, in Fano E., Una e Divisibile, Firenze, Ponte alle Grazie, 1991.
Zemon Davis N., Women’s History in Transition, in “Feminist Studies”, n. 3-4, 1976, p. 90. Il saggio ora anche in P. Di Cori, Altre storie. La critica femminista alla storia, Bologna, 1996, pp. 67-102.
Zemon Davis N., Donne ai margini, Roma-Bari, 1996.
La stanza di Clio è perciò inevitabilmente un luogo di incontro, dello scambio continuo di conoscenze, ipotesi, paradigmi, di epistemi e metodi conoscitivi diversi, il cui spazio spesso si posiziona nello scarto tra rappresentazione e realtà, costituendo quel “margine” che è spesso marginalità (sociale, economica, culturale), e sempre necessita una profonda decodificazione, una scomposizione della sua rappresentazione solo virtualmente unitaria e binaria (la donna/ l’uomo).
Sempre di più e sempre più spesso nella stanza di Clio, infatti, hanno fatto e fanno irruzione gli “altri sessi”, quella variopinta e incerta galassia dei transgender, dei genderqueer a scompaginare le conquiste e gli schemi così faticosamente raggiunti dagli women e dai gender studies, a mischiare gli specchi, a deformarne i riflessi, aprendo nuove porte e chiudendone definitivamente altre, abbattendo le pareti troppo rigide di concetti come “normale” (eterosessuale) e “anormale” (omosessuale, intersessuale), che nel tempo hanno finito per strutturare le minoranze, le eccezioni, gli scarti, la marginalizzazione. E’, infatti, come dice Proust, “la persecuzione che crea la razza”, è l’emarginazione che crea l’emarginato, è la frontiera che crea i confini, è la stanza che crea le pareti.
Bibliografia
Per iniziare:
Foucault M., La Storia della sessualità nei tre volumi: La volontà di sapere (1976, Feltrinelli 1978), L’uso dei piaceri (1984, Feltrinelli 1984), La cura di sé terminato poco prima della morte e poi tradotto e pubblicato dalla Feltrinelli.
Filippini N., Plebani T., Scattigno A., Corpi e Storia. Donne e Uomini dal mondo antico all’età contemporanea, Roma, 2002.
numero XI/1-2, 2012 di “Genesis”, dedicata alle Culture della sessualità, specie i saggi di M. Prearo, Le radici rimosse della queer theory. Una genealogia da ricostruire, pp. 95-114; R. De Nardi, La questione buio medica dell’ipersessualità:l’incorporazione del dimorfismo sessuale, pp. 171-192; S. Garbagnoli, Denaturalizzare il normale. L’interrogazione paradossale degli studi di genere e sessualità, pp. 193-229.
E poi…
Ago R., Ruoli familiari e statuto giuridico, in "Quaderni Storici", n. 8, 1995, pp. 79-101; Id, Oltre la dote: i beni femminili, in A. Groppi (a cura di), Il lavoro delle donne, 1996, pp. 164-182; Id, Universel/particulier : femmes et droits de propriété (Rome, XVII siècle), in “CLIO. Histoire, femmes et sociétés”, n. 7, 1998.
Bourdieu P., Il dominio maschile, Milano, 1998.
Di Cori P., Altre Storie. La critica femminista alla storia, Bologna, 1996.
Fazio I., D. Lombardi ( cura di), Generazioni. Legami di parentela tra passato e presente, Roma, 2006.
Fazio I. (a cura) Genere, politica, storia, Roma 2013.
Geertz C., Interpretazione di culture, Il Mulino, Bologna, 1998.
Goody J., Production and reproduction. A comparative study of the domestic domain, Cambride 1976.
Id., Inheritance, Property, and Woman: some Comparative Considerations, in J. Goody, J. Thirsk, Thompson E.P. (a cura di), Family and Inhertage: Rural Society in Western Europe, Cambridge 1976.
Scott J.W., Gender: A Useful Category of Historical Analysis, in ″The American Historical Review″, vol. 91, n. 5, December 1986, p. 1053-1075. Ora tradotto in Il “genere” un’utile categoria di analisi storica, in P. Di Cori ( a cura di) , Altre Storie.
Tirabassi M., Madamina, il catalogo è questo: le riviste di Women’s History tra storia e politica, in Fano E., Una e Divisibile, Firenze, Ponte alle Grazie, 1991.
Zemon Davis N., Women’s History in Transition, in “Feminist Studies”, n. 3-4, 1976, p. 90. Il saggio ora anche in P. Di Cori, Altre storie. La critica femminista alla storia, Bologna, 1996, pp. 67-102.
Zemon Davis N., Donne ai margini, Roma-Bari, 1996.