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Attilio Scuderi L'arcipelago del vivente. Umanesimo e diversità in Elias Canetti (in press) Per Elias Canetti – scrittore e intellettuale bulgaro di nascita, ebreo sefardita d’origine, tedesco per destino e poi inglese d’adozione, europeo per vocazione, cosmopolita, apolide e migrante nell’anima – la conoscenza è un piacere mentale e fisico, un piacere che ci modifica, se è libero, e che investe ogni parte della nostra esperienza vitale. Dentro un laboratorio di scritture brevi e aforismi fulminanti, e poi in un’opera multiforme e indefinibile come poche altre, Canetti costruisce una nuova idea di umanesimo, aperta a tutto ciò che è diverso e vivente; un umanesimo libertario che ha nei mondi possibili della letteratura e del mito, nell’educazione dell’immaginario metamorfico, nell’amore per la sfera animale e nel rifiuto dei segreti sadici del potere, un presente già differente, il riscatto da uno stato di minorità e inazione che è la malattia culturale da superare. Nelle pagine di questo breve, brillantissimo saggio, il lettore troverà un attraversamento errante, non da specialista ma da «dilettante» (etimologicamente «colui che prova gioia nel compiere un lavoro»), dentro l’opera di Elias Canetti: un viaggio appassionato attraverso la scrittura di un autore il cui scopo era «sfidare il labirinto», come avrebbe detto Italo Calvino, prendere alla gola la complessità dell’esperienza trovare il cammino attraverso il proprio tempo «senza soccombergli, ma anche senza saltarne fuori». Simona Laudani Lettere a Costanza La duchessa Moncada Notarbartolo di Villarosa e il suo mondo (1792-1876) Le lettere che nell'estate del 1845 vengono inviate alla duchessa di Villarosa, impegnata in un viaggio a Catania e a Caltanissetta, ci offrono la possibilità di ricostruire un brano di vita di un'importante famiglia nobile palermitana nella prima metà dell'Ottocento, quando, dopo l'abolizione della feudalità, l'aristocrazia siciliana cercava un nuovo equilibrio identitario, giocando abilmente tra rottura e continuità con un passato ancora molto presente in quella generazione, come quella di Costanza, che era nata e cresciuta nell'ancien régime, imparandone le astuzie e i valori, ma si era trovata a vivere la parte adulta della propria esistenza in un mondo che, pur facendo fatica a mutare di segno, presentava (e a volte ricercava) scenari necessariamente diversi. |